N° 104
1.
Un
attimo è quanto ci vuole per inquadrare la testa del supereroe afroamericano
chiamato Falcon mentre sta volando sopra la sede della North Organization, una società
privata di contractor ed addetti alla sicurezza.
Un
attimo è quanto basta perché il dito di una donna bionda dagli occhi di
ghiaccio si contragga sul grilletto del suo fucile di precisione da cecchino.
Un
attimo è quanto basta ad un proiettile calibro .308 Winchester full metal
jacket per fendere l’aria diretto verso il suo bersaglio.
Un
attimo è tutto ciò che separa la vita di un essere umano dalla sua morte.
All’interno
dell’edificio che ospita la sede della North Organization nella Contea di
Arlington in Virginia, una donna che indossa l’uniforme d’ordinanza
dell’Esercito degli Stati Uniti con i gradi di Tenente Colonnello ne sta seguendo
un’altra. Per la precisione: una bella ragazzo dai capelli rossi inguainata in
un miniabito nero aderente e con una scollatura vertiginosa.
Carolyn
“Cary” St. Lawrence fa un lieve sogghigno. Il gioco dei dirigenti della North è
assolutamente trasparente: conoscendo le sue tendenze sessuali, sperano che si
faccia abbagliare e magari distrarre dalle forme prorompenti della bella
ragazza davanti a lei, un calcolo decisamente errato, ma perché non stare al
gioco?
-Hera è un nome insolito.- dice alla sua guida
-Viene dalla mitologia greca, giusto?-
La
ragazza le rivolge un sorriso ammiccante e risponde:
-Esatto: è il nome della Regina degli Dei. Mio
padre era molto appassionato di mitologia e mi ha voluto chiamare così.-
-Lei parla un ottimo Inglese, ma il suo
accento…-
-Sono greca, infatti, il mio nome completo è
Hera Cosmatos. Vivo qui negli Stati Uniti da cinque anni ormai.-
-Molto interessante e si trova bene qui?-
-La North Organization paga molto bene i suoi
impiegati e ci sono anche benefit accessori.-
-Tipo?-
-Se non lo ha già fatto, gliene parlerà Mr.
Levine, io non me ne intendo molto e di sicuro il contratto di un combattente sarà
diverso da quello di una comune assistente. In ogni caso, il mio compito è solo
farle fare un tour della nostra sede.-
E
farmi vedere solo quello che è previsto che io veda, pensa Cary.
David
Levine si aggiusta la cravatta e sfodera il suo miglior sorriso mentre si
rivolge alla donna in costume scesa da un elicottero con le insegne della North
Organization che è appena atterrato sul tetto dell’edificio.
-Capitan America! È un vero piacere ricevere
la visita di una personalità del suo calibro. Ne sono veramente onorato.-
La
Sentinella della Libertà abbozza un sorriso e replica:
-La ringrazio, Mr…-
-Levine, David Levine. Il nostro C.E.O.,[1]
Sir Ian McMasters, mi ha avvertito del suo desiderio di visitare la nostra
sede.-
-Mi incuriosisce quello che fate qui, in
effetti.-
-Sarò ben lieto di rispondere a tutte le sue
domande a meno che non riguardino la sicurezza e la privacy dei nostri
committenti.-
E
magari anche qualche piccolo vostro segreto, pensa Liz Mace mentre segue Levine
e la silenziosa Alicia Wallencott, assistente personale di McMasters, che
l’anziano ex militare scozzese ha voluto affiancarle, probabilmente per
assicurarsi che lei non veda o senta cose compromettenti per loro.
Imparerà
che non è tanto facile fregarla.
2.
Una
giovane donna dai lunghi capelli castani si sveglia in una
stanza di uno degli appartamenti del Complesso Watergate di Washington D.C., un
luogo divenuto famoso in tutto il mondo perché da lì è partito uno scandalo
politico che ha scosso le istituzioni e portato alle dimissioni di un
Presidente degli Stati Uniti.
La ragazza si chiama Gabrielle
Delatour, è francese ed è un’agente del D.G.S.E.[2]
distaccata presso una speciale task force che comprende esponenti dei
principali servizi di spionaggio all’estero dei cinque membri permanenti delle
Nazioni Unite e lo S.H.I.E.L.D., l’agenzia di sicurezza dell’ONU, task force creata
per fronteggiare la minaccia della sostituzione di importanti funzionari dei
loro governi con cloni al servizio dell’Hydra.
Anche l’uomo con cui ha passato la
notte è membro della stessa task force: il suo nome è Daniel Whitehall.
Ufficialmente Whitehall è Terzo Segretario dell’Ambasciata di Sua Maestà
Britannica negli Stati Uniti, ma in realtà è il capo degli agenti del MI6[3]
in territorio americano.
Gabrielle si vergogna un po’ di aver
usato, quelle che il suo diretto superiore a Parigi chiama arti femminili per
sedurre Whitehall e finire nel suo letto ma non ha avuto altra scelta.
Con l’atmosfera di paranoia che
gravita da sempre nel mondo dei servizi segreti, resa ancor più pesante dal
sospetto che l’Hydra possa aver infiltrato cloni a vari livelli, Gabrielle ha ricevuto
l’ordine di controllare tutti i suoi cosiddetti colleghi a qualunque costo.
Il rumore dell’acqua che scorre la
informa che Whitehall è sotto la doccia. Potrebbe non avere un’altra occasione.
Scivola dal letto e si avvicina al computer portatile dell’uomo. Ovviamente è
protetto da una password e lei non ha il tempo di decifrarla, può solo usare
una chiavetta USB per copiare il contenuto del disco rigido e sperare di
poterlo decifrare in un secondo tempo.
Gabrielle trattiene il fiato per
tutto il tempo dell’operazione ma tutto va come deve e quando Whitehall esce
dal bagno la trova di nuovo sotto le lenzuola mentre la chiavetta è al sicuro
nella sua borsetta,
Quasi contemporaneamente allo sparo
Falcon fa un balzo verso l’alto ed il proiettile passa lontano da lui. Nello
stesso momento la donna che ha sparato è alle prese con un falco che le si sta
avventando alla faccia che lei istintivamente protegge con le braccia.
-Maledetto
uccellaccio!- esclama.
-Non offendere
Redwing, è molto sensibile.- dice, in tono ironico, una voce maschile.
Falcon l’ha raggiunta. La donna si
getta a terra cercando di afferrare l’arma che aveva fatto cadere ma il falco
di nome Redwing le artiglia la mano mentre Sam Wilson dà un calcio al fucile
allontanandolo.
-Ci sono delle cose
che voglio sapere da te fin dal nostro ultimo incontro[4]
ed una di queste è: perché indossi un costume molto simile a quello della
defunta Vendicatrice Mimo?-
-Da me non saprai
niente.- ribatte la donna.
-Questo lo vedremo.
Magari un soggiorno in un carcere federale ti farà cambiare idea.-
La donna si muove rapidissima e
sferra a Falcon un calcio che gli fa perdere l’equilibrio mandandolo oltre il
cornicione del tetto dove si trovano.
A Sam Wilson bastano pochi secondi
per riprendere l’assetto di volo e ritornare sul tetto ma sono pochi secondi di
troppo perché la sua avversaria è ormai sparita.
-Come diavolo ha
fatto?- esclama Falcon perplesso -Aveva un dispositivo di teletrasporto o che
altro?-
Non trova risposte.
Un’altra dura sessione di allenamenti
interrotta solo da una doccia veloce e da mezz’ora di riposo, poi tutto
ricomincia e va avanti per altre due ore.
Alla fine Roberta Ann Mace sente il
suono di un applauso ed una voce di donna che dice:
-Eccellente!-
A parlare è stata una donna di età
indefinibile ma sicuramente di più di sessant’anni dai capelli bianchi. La
donna che da qualche giorno la tiene segregata.
-Ho superato la
prova, allora?- le chiede Roberta.
-Ti rimane ancora la
più difficile, domani.- risponde l’altra -Se la supererai, allora vorrà dire
che sei adatta.-
-Adatta per cosa?-
-Lo saprai al momento
giusto.- è l’ambigua risposta.
3.
Hera Cosmatos e Cary St. Lawrence entrano
in una sala dove un uomo sta facendo una sessione di tiro al bersaglio.
È alto, fisico palestrato ma senza
eccessi, capelli biondo cenere con taglio militare, indossa una tenuta
mimetica, alle orecchie ha le classiche cuffie antirumore e gli occhiali da
tiro. Con apparente noncuranza spara in rapida successione 20 colpi con un’arma
automatica che impugna con la destra.
Quando
ha finito richiama a sé il bersaglio e lo esamina: ha colpito tutti i punti
vitali. Solo allora sembra accorgersi delle nuove venute e si volge verso di
loro con un sorriso soddisfatto.
-Maggiore von Burian,
le presento il Colonnello Carolyn St. Lawrence.- dice Hera.
L’uomo batte i tacchi e porta la
mano destra alla fronte nel classico saluto militare. Cary saluta allo stesso
modo ed osserva l’uomo davanti a lei: potrebbe avere 35 anni, i suoi occhi sono
grigi e lo sguardo di ghiaccio, le ricorda un noto attore belga campione di
kickboxing ed altre arti marziali.[5]
-Ho sentito parlare
di lei quando ero nei Marines, Colonnello.- dice von Burian -Ha fama di essere
una tosta.-
-Il che non mi ha
impedito di collezionare fallimenti quando davo la caccia a Hulk.- replica,
quietamente, Cary.
-Con quel mostro
verde Thunderbolt Ross si è rovinato la carriera e Glenn Talbot è uscito di
senno e ci ha rimesso la vita. A lei è andata decisamente meglio.-
-Può darsi, Maggiore
… von Burian… il suo nome mi suona familiare: non c’era un Sergente von Burian
nei Marines anni fa?-
-Era mio zio.- taglia
corto l’uomo -Io, piuttosto, sono curioso di sapere il perché della sua visita
qui.-
-Il Colonnello St.
Lawrence sta valutando una proposta di collaborazione con noi e le stiamo
facendo fare un tour della nostra struttura.- spiega Hera Cosmatos.
-Anche lei è
insoddisfatta dell’ambiente delle Forze Armate?- le chiede von Burian.
-Nella situazione
attuale le mie chance di carriera sono decisamente limitate.- risponde -Cary
-Potrebbe essere il momento di cercare nuove sfide.-
-A proposito di sfide, se la sente di provare
con questo?-
Le porge la sua arma e lei la
soppesa e commenta:
-Uhm, un Heckler & Koch MP7, in uso anche al DEVGRU.[6] Una
bella arma.-
-Abbiamo solo il meglio qui.- commenta con orgoglio Hera Cosmatos.
Cary si mette le cuffie e gli occhiali cambia
rapidamente il caricatore alla mitraglietta, la posiziona su completamente
automatica, la impugna con due mani e spara. Il bersaglio è fatto totalmente a
pezzi.
-Niente male davvero!- commenta von Burian.
-Ho fatto di meglio.- replica Cary restituendogli l’arma con un
sorrisetto.
-Ci posso credere.- risponde l’altro appoggiando l’arma surriscaldata su
un vicino ripiano.
Sembra sul punto di
aggiungere qualcosa poi si ferma e serra le labbra, resta in silenzio qualche
istante ed infine dice:
-Vogliate scusarmi, ma ho incombenze urgenti che mi reclamano.
Colonnello, è stato un piacere ed un privilegio conoscerla ma sono costretto a
congedarmi da lei.-
-Nessun problema.- replica Cary.
Mentre l’uomo si
allontana, lei non può non chiedersi cosa gli abbiano comunicato all’auricolare
che evidentemente porta ben nascosto.
Nulla di piacevole c’è da scommetterci.
Altrove, nello stesso
edificio, Capitan America segue l’uomo di nome David Levine e la donna di nome Alicia Wallencott in un tour guidato non
troppo diverso da quello di Cary St. Lawrence.
Se la North Organization
ha dei segreti, li nasconde bene, pensa la giovane donna in costume
patriottico. Di certo le sue guide sono state molto accorte nel farle vedere solo
quello che corrisponde alla loro immagine pubblica.
-Se ha qualche domanda, siamo a disposizione,
Capitano.- le si rivolge Levine in tono fin troppo cordiale per essere vero.
-A dire il vero, sarei piuttosto curiosa di
sapere esattamente di cosa vi occupate.- replica Cap.
-In poche parole, supporto alle operazioni
militari di varie nazioni e risoluzione di problemi di sicurezza anche di
privati.-
-Questo lo avevo già letto e sentito nelle
vostre pubblicità, però mi sembra un po’ vago. In sostanza, la vostra è una
compagnia militare privata… in altre parole: mercenari.- -Questo è un termine
che non mi piace. Noi non ci sostituiamo alle forze militari regolari ma le
affianchiamo sollevandole da compiti gravosi come vigilanza e sicurezza di
luoghi sensibili e addestramento delle truppe locali.-
-Ed impiego diretto in conflitti di bassa intensità.-
-A questo temo di non poter rispondere per
motivi di privacy e segretezza dei nostri clienti.-
-Mi sta dicendo che dovrei avere un mandato di
un giudice per farle questa domanda?-
-Sarebbe il minimo in questo caso.- interviene
Alicia Wallencott -Noi la rispettiamo, Capitano, ma dobbiamo anche rispettare
la privacy dei nostri clienti, sono certa che comprenderà.-
Liz
Mace annuisce ma in realtà non è affatto convinta. La North Organization
nasconde dei segreti, ne è sempre più certa, segreti legati alla scomparsa di
sua sorella ed al tentato omicidio dei suoi genitori e lei è decisa a scoprirli
a qualunque costo.
Dall’altro
lato del corridoio ecco arrivare due donne: Cary St. Lawrence e Hera Cosmatos.
-Colonnello St. Lawrence!- saluta Levine - Ha già terminato il giro della nostra sede?-
-Credo di aver visto abbastanza, sì.- risponde
Cary.
-Bene. Ha preso una decisione? Ma mi scusi la
scortesia, immagino conosca, almeno di fama, la nostra altra ospite di
riguardo: l’attuale Capitan America.-
-Credo che sia impossibile non sapere chi
sia.- replica rimanendo impassibile, Cary per poi stringere la mano guantata
dell’altra donna che ribatte con un saluto di circostanza.
È bene che nessuno dei
presenti sospetti che loro due non solo si conoscono ma sono addirittura
amanti.
-Quanto alla mia decisione…- prosegue Cary -…
ammetto di essere rimasta molto ben impressionata. Ci rifletterò su e le darò
una risposta definitiva… diciamo tra un paio di giorni.-
-Va benissimo, si prenda tutto il tempo
necessario.-
Hera
Cosmatos si avvicina a Levine e gli sussurra qualcosa all’orecchio; l’uomo fa
una smorfia, poi si rivolge alle sue ospiti:
-Scusate ma i miei doveri mi richiamano e temo
di dovervi lasciare. Capitano, farò predisporre l’elicottero per riportarla
dove desidera.-
-Se per lei va bene, posso riaccompagnarla io,
la mia auto è parcheggiata qui fuori.- interviene Cary.
-Per me non ci sono problemi, io sono diretta
a Washington.- replica Cap.
-Perfetto.-
Le
due donne si dirigono all’uscita e Levine si rivolge ad Alicia Wallencott:
-Andiamo.-
Nell’appartamento
che la D.G.S.E. le ha messo a disposizione nella capitale degli Stati Uniti,
Gabrielle Delatour sta esaminando i file rubati a Daniel Whitehall dopo aver
finalmente superato tutte le protezioni e i firewall.
La
maggior parte dei file sono ordinaria amministrazione e possono dire qualcosa
sulla vita privata di Whitehall, poi ce ne sono alcuni relativi al suo lavoro
di agente del MI6 e che i suoi capi potrebbero trovare interessanti, ma la
parte veramente importante era sepolta molto in profondità ed ora che l’ha
decifrata Gabrielle esclama sorpresa:
-Incroyable! Whitehall
est un agent de l’Hydre!-[7]
-E non un semplice agente.-
La voce maschile che
parla in Inglese oxfordiano spinge Gabrielle a voltarsi di scatto. Davanti a
lei c’è Daniel Whitehall che ha in mano una pistola.
La ragazza non perde
tempo a chiedersi come ha fatto ad entrare senza che lei se ne accorgesse, è
una spia addestrata, dopotutto. Gabrielle si dà della stupida per non aver
tenuto la sua pistola a portata di mano.
-Credevi davvero che non mi sarei accorto della tua manovra, piccola
sgualdrina?- prosegue Whitehall -Ho intuito il tuo scopo e ti ho dato corda per
impiccarti. Non nego che sia stato piacevole comunque.-
-Tu… bastardo!- esclama lei -Arrivi tardi: ho già mandato il contenuto
della mia chiavetta a Parigi. I tuoi sporchi segreti verranno a galla.-
-Ben recitato come bluff ma è inutile: da quando sei uscita dal mio
appartamento ho messo in azione un dispositivo che impedisce tutte le
comunicazioni telematiche. Sei la sola a sapere che sono il capo della rete di
spie dell’Hydra nel Nord America e questo segreto morirà con te, ma chère.-
Consapevole di ciò che
sta per accadere, Gabrielle balza dalla sedia e fa per avventarsi su Whitehall
ma lui è più veloce e spara. Il proiettile la coglie al cuore e lei è
proiettata a terra.
Whitehall la guarda
senza emozioni poi prende il suo telefono e compone un numero:
-Charles, sono Whitehall, dobbiamo vederci immediatamente.-
4.
Il Maggiore Richard von
Burian entra in una stanza la cui porta
si chiude automaticamente dopo il suo passaggio e si avvicina ad un armadio a
muro che apre. Ne estrae un’altra versione dell’uniforme da combattimento dei
Marines che indossa rapidamente poi si copre il volto con un passamontagna
scuro e sulla testa infila un basco rosso da paracadutista. Nella fondina al fianco
infila una SIG Sauer P320, da una rastrelliera
afferra un fucile di precisione M110, poi esce dalla stanza attraverso un’altra
porta e percorre un corridoio metallico raggiungendo una stanza dove lo
attendono David Levine e Alicia Wallencott seduti su due poltroncine.
Ai loro lati due donne in
costume entrambe bionde. La prima è la cosiddetta Cacciatrice, l’altra è Hera
Cosmatos che ora indossa una tuta aderente rossa che le lascia scoperto
l’addome ed ha un’ampia scollatura, i capelli sono acconciati a coda di cavallo
e la parte superiore del volto è coperta da grandi occhiali scuri. Nella mano
destra impugna anche lei un fucile di precisione.
Su uno schermo panoramico
ad una parete campeggia il volto austero di Sir Ian McMasters.
-Benvenuto, Sniper.- lo saluta Levine -Ora
possiamo discutere della situazione.-
-Che sarebbe?- chiede von Burian.
-Falcon ci stava spiando.- risponde la
Cacciatrice -Ho tentato di eliminarlo ma lui era pronto e sono a malapena
riuscita a sfuggirgli.-
<<È ovvio che agiva in accordo con Capitan America ed in ogni caso,
dobbiamo partire dal presupposto che sia così.>> dice McMasters.
-E ciò vuol dire una cosa sola.- aggiunge Alicia Wallencott.
-Lo immagino.- dice con voce tranquilla Sniper -Dobbiamo uccidere una
leggenda.-
Charles Dalton è
sostanzialmente un burocrate, un analista che ha fatto carriera nella C.I.A.
organizzando operazioni a cui non ha mai preso direttamente parte, per questo
lo spettacolo che si trova davanti quando arriva nell’appartamento di Gabrielle
Delatour lo prende completamente di sorpresa.
-Ma che è successo?- chiede a Daniel Whitehall che lo ha fatto entrare
ed ora è in piedi accanto al cadavere della ragazza francese.
-Gabrielle ed io abbiamo… condiviso un momento di intimità ieri notte.-
risponde l’altro.
-In altre parole, siete stati a letto insieme. Da te non me lo
aspettavo, Whitehall.-
-Sono un essere umano anch’io. Fatto sta che lei ne ha approfittato per
copiare il contenuto dell’hard disk del mio computer portatile. Io me ne sono
accorto e l’ho seguita fin qui dove sono stato costretto a… terminarla con
estremo pregiudizio.-
-Vuoi dire che era una talpa dell’Hydra e tu l’hai uccisa? Davvero un
bel pasticcio. Sarà difficile spiegarlo ai francesi.-
-In realtà, Charles, la vera talpa dell’Hydra sei tu.- replica
Whitehall che ora stringe in mano una pistola -Tu sei stato con lei ed e ha te che
lei ha sottratto i file che provano la tua colpa. Tu l’hai seguita fin qui,
l’hai uccisa e poi hai distrutto l’hard disk del suo computer per far sparire le
prove ma è stato inutile: Gabrielle aveva fatto una copia di tutto e l’aveva
messa al sicuro su un server cloud. È tutto lì: foto, documenti che provano la
tua affiliazione all’Hydra, compresa la tua sigla di agente e i dettagli di un
conto cifrato in una banca di Santa Providencia per le transazioni finanziarie
occulte. Io dovevo incontrarmi con Gabrielle ma sono arrivato troppo tardi e
non mi hai dato altra scelta che ucciderti.-
-Ma… ma che stai dicendo, Daniel?- esclama un completamente confuso
Dalton.
-Vorrei poterti dire che mi dispiace, Charles…- dice, freddamente Whitehall
mentre spara.
Dalton è colpito in
pieno petto ed alla testa e cade all’indietro mentre Whitehall conclude la
frase:
-… ma mentirei.-
L’inglese si
inginocchia presso Dalton e gli mette in mano la pistola con cui ha sparato a
Gabrielle Delatour.
-Priva di matricola ovviamente ma con le tue impronte digitali sopra.
Se dovessero cercare di rintracciarla scoprirebbero che è scomparsa
dell’armeria della C.I.A. a Langley. L’Hydra pensa a tutto, Charles.-
Ma Charles Dalton non
può più ascoltarlo ormai.
Nell’auto di Cary St.
Lawrence che le riporta a Washington, lei e Capitan America possono finalmente
abbandonare ogni pretesa di non conoscersi.
-Che idea ti sei fatta?- chiede
Cap all’altra.
-La stessa tua, immagino: la loro aria di perbenismo non mi ha
ingannata un solo momento. Resta da vedere cosa effettivamente nascondano.
Forse dall’interno potrei scoprirlo.-
-Un’idea che non mi piace molto.-
-Ma può davvero funzionare ed io sono l’unica che può riuscirci. Si
berranno sicuramente la balla della lesbica frustrata perché con il vento che
tira nell’attuale Amministrazione non ha speranze di promozione… anche perché
non è molto lontana dal vero.-
Liz sta per ribattere
quando il cellulare di Cary squilla e lei mette il vivavoce. Una voce di donna,
dice:
<<Mi scusi, Colonnello, ho quelle informazioni sul Maggiore von
Burian che mi aveva chiesto.>>
-Mi dica tutto, Perrywinkle.- replica Cary
<<Richard William von Burian II, nato in Pennsylvania…>>
Il Tenente dell’USAF[8] Diane Perrywinkle recita
tutto il curriculum militare di Von Burian ed alla fine…
<<Congedato con disonore per comportamento inappropriato con i
sottoposti.>>
-Che tipo di comportamento inappropriato?-
<<La sua scheda non lo dice. Se lo desidera, Colonnello, posso
provare ad approfondire la questione.>>
-Lo faccia, Perrywinkle. Lo ha chiamato Richard von Burian II. Ce n’era
un primo, quindi? Uno zio, forse? Anche lui nei Marines?-
<<Sì. Dopo il suo congedo è diventato un mercenario ed assassino
a pagamento con il nome di Sniper. È stato ucciso dal Punitore qualche anno
fa:>>[9]
-Ecco dove avevo già sentito il suo nome. Non mi meraviglia che l’altro
von Burian non volesse parlarne. Grazie, Tenente.-
<<Le serve altro, Signora?>>
-No, grazie.-
La comunicazione
termina e Cary si rivolge a Cap:
-Che ne pensi?-
-Quello che ne pensi tu, ovviamente.- replica lei -Magari il nostro
maggiore si vergogna dello zio o magari ne ha seguito le orme, credo che lo
scopriremo presto.-
L’auto arriva
all’altezza del Mausoleo di Lincoln e Liz dice:
-Mi fermo qui.-
-Devo aspettarti a casa come una brava mogliettina?-
-Non siamo sposate.-
-Non ancora.-
-E comunque tu sei il tipo della casalinga ancor meno di me.-
Senza dare alla
compagna il tempo di replicare, Cap balza fuori dall’auto e si dirige verso il
Mausoleo. Appena è davanti alla statua una voce maschile le dice:
-Sei puntuale.-
-Lo sono sempre, dovresti saperlo.- replica lei.
Da dietro la statua
esce un uomo che veste un costume identico al suo a parte che il bianco ed il
blu sono invertiti.
-Pensi che ti abbiano seguita?- le chiede.
-Mi meraviglierei molto se non l’avessero fatto. Forse in questo stesso
momento ci stanno prendendo di mira.-
-Credo che tu abbia ragione.- replica il Comandante America.
Capitan America si
volta di scatto sollevando lo scudo contro cui si infrange un proiettile.
5.
Solo pochi istanti
prima una voce nota era risuonata nell’auricolare del cappuccio di Capitan
America;
<<Cecchino su elicottero. Sta sparando dritto alla stella sulla
tua schiena.>>
Ringraziando
mentalmente Falcon per l’avvertimento Liz Mace si è voltata di scatto ed ha
bloccato con lo scudo il proiettile che stava per colpirla.
Nello stesso tempo il
Comandante America si precipita all’aperto ed individua l’elicottero. Senza
esitare lancia il suo scudo che colpisce il rotore tranciandolo di netto.
-Non avresti dovuto farlo, Frank.- gli dice Cap.
-Sei sempre stata troppo tenera, Liz.- ribatte il Tenente di Marina
Franklin Mills.
L’elicottero precipita
e le due persone a terra possono vedere una figura alata trascinare fuori il
pilota mentre un altro uomo si tuffa verso il laghetto artificiale tra il
Lincoln Memorial e quello dei soldati della Seconda Guerra Mondiale.
L’uomo scompare in
acqua quasi contemporaneamente all’elicottero che pochi attimi dopo esplode.
-Credi che sia…?- chiede il Comandante America.
-Ho smesso di farmi certe domande da un pezzo.- replica Cap -Tanto quasi
sempre la risposta è no.-
Falcon atterra davanti
a loro trattenendo il pilota dell’elicottero per il colletto.
-Credo che il nostro amico possa avere qualcosa di interessante da
dirci.-
-Vi sbagliate, io…- balbetta l’uomo.
Prima che possa dire
altro, un proiettile gli attraversa la testa e si schiaccia contro una delle colonne
doriche.
In una postazione non
troppo lontana una donna bionda vestita di rosso mormora:
-Bingo.-
In un luogo segreto Edmond
Atkinson, afroamericano di circa quarant’anni dal fisico massiccio ed il volto
incorniciato da una rada barba, guarda la donna davanti a sé: fisico asciutto,
curve al punto giusto ma non esagerate, capelli neri e corti, occhi nocciola,
indossa un tubino nero senza maniche simile a quello indossato da Audrey
Hepburn in “Colazione da Tiffany”. Ed un po’ la ricorda, pensa l’uomo.
-Insomma…- dice compiaciuto -… niente male.-
-Se lo dici tu.- commenta, scettica, la donna.
Atkinson le porge dei documenti dicendo:
-Patente, passaporto e tessera della Sicurezza Sociale, Carta di
Credito. Tutti intestati a Nadine Quincy, il tuo nuovo nome. Abituati ad
usarlo.-
-Non mi resta molta scelta ormai.- replica lei.
Atkinson le porge delle chiavi.
-Sono del tuo nuovo appartamento. Spero che lo apprezzerai. Domani
comincerai anche il tuo nuovo lavoro, lontano da Washington.-
-Hai pensato a tutto.- ribatte la donna che è stata Nicole Adams.
-È il mio lavoro..- è la replica di Atkinson.
In una villa a due
piani di Falls Church in Virginia due donne condividono lo stesso letto. Una
delle due, alta capelli castani corti, si rivolge all’altra, bionda, slanciata,
capelli lunghi:
-Ancora pensierosa?-
-Non hanno perso tempo a cercare di uccidermi.- risponde Liz Mace
-Dobbiamo averli scossi.-
-Parli di quelli della North Organization?- chiese ancora Cary St.
Lawrence.
-E chi altri?-
-Beh, non è che a Capitan America manchino i nemici.-
-Ma stavolta sono stati i sicari della North, me lo sento.-
-Sì, credo anch’io che tu abbia ragione ma non pensiamoci adesso, ci
sono modi migliori di passare la serata, sai?-
In quel momento il
cellulare di Liz squilla. Con un sospiro la ragazza allunga una mano per
prenderlo.
-Nick Fury!- esclama.
-Pessimo tempismo come suo solito.- borbotta Cary.
Liz risponde:
-A che debbo la sua chiamata, Colonnello?-
<<Vorrei che chiederle un favore, Capitano.>> risponde il
Direttore dello S.H.I.E.L.D. <<Ricorda la Vedova Bianca?>>
Liz lo ascolta con
attenzione ed alla fine dice:
-Conti su di me, Colonnello.-
<<Buona notte, Capitano.>>
Liz ripone il
cellulare sul comodino e si volge verso la sua compagna:
-Dove eravamo rimaste?-
Cary St. Lawrence
sorride.
EPILOGO
In un luogo non molto distante un uomo e due
donne sono in piedi davanti ad un anziano signore dai capelli e baffi bianchi che
con voce dura si rivolge loro:
-I miei tre migliori sicari e non siete stati capaci di combinare
niente, di meglio che perdere un elicottero ed altro equipaggiamento molto
costoso.-
-Siamo stati sfortunati.- replica l’uomo in divisa mimetica.
-La sfortuna è la scusa degli incompetenti.- ribatte Sir Ian McMasters
-La prossima volta programmerete meglio la vostra azione senza lasciare nulla
al caso. Non accetterò altre scuse: Capitan America ed i suoi amici devono
morire!-
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Poche cose davvero da
dire e quindi non perdiamo tempo:
1) L’originale Rich von Burian, alias Sniper
(Cecchino), è stato creato da Carl Potts &Jim Lee su Punisher War Journal
Vol. 1° #4 datato marzo 1989. Suo nipote è una mia creazione originale.
2) Anche Hera Cosmatos è una mia creazione
originale anche se può essere definita in un certo senso un mix di personaggi
creati da Raymond Benson, Stephen Gunn (alias Stefano Di Marino) e Marv Wolfman
& Wayne Boring.
3) La telefonata di Nick Fury avviene dopo Nick
Fury #15.
Nel prossimo episodio: una giovane donna è
stata condizionata ad uccidere un importante uomo politico americano e Capitan
America deve fermarla prima che sia troppo tardi aiutata da una guest star
d’eccezione.
Carlo
[1] Chief Executive Officer.
[2] Direction Générale de la Sécurité Extérieure, il servizio di spionaggio all’estero francese.
[3] Nome non ufficiale del Secret Intelligence Service, ovvero l’agenzia di spionaggio all’estero del Regno Unito
[4] Nell’episodio #102.
[5] E chi sarà mai? -_^
[6] Acronimo di United States Naval Special Warfare Development Group noto anche come SEAL Team Six è, corpo delle Forze Speciali degli Stati Uniti.
[7] Incredibile! Whitehall è un agente dell’Hydra.
[8] United States Air Force.
[9] Su Wolverine and the Punisher: Damaging
evidence #3 (in Italia su
Marvel Magazine #6.